martedì 30 aprile 2013

Le mie pareti bianche



Questa stanza sembra più bianca del solito, con le sue pareti spoglie, la libreria svuotata, lo scaffale mezzo sgombro. La luce violetta del mattino si fa spazio con una prepotenza metallica ma silenziosa, Lubenice sta accoccolata in un lato del letto con uno sguardo scocciato, lunatica lei, dopo essersi appropriata della sua dose di coccole mattutine, mi guarda non molto sorpresa, mentre cerco di rubarle uno scatto.
C’è un odore persistente di cartone in questa stanza, ma io mi immagino i pancakes, caldi vanigliati, con sopra una spolveratina di cocco. È solo domenica o un giorno simile, e le nuvole bianche fanno parte di questa giornata come ne fa parte il cielo mesto, gonfio di cose da dire, ha occhi per restare a guardare.
Mi piace il suono delle lenzuola al mattino, ho le mani pallide sui palmi e arrossate sui nodi, le dita sembrano aver combattuto con un pianoforte impazzito tutta la notte, i capelli sembrano aver scontrato uno di quei venti d’Autunno che ti ritrovi sulla spiaggia, quando il cielo non sa decidersi se far piovere o lasciar sgusciare il sole, e il mare sembra andare per conto suo in un costante, ripetuto frastuono d’acqua.
Ma dove arrivano questi pensieri? È solo primavera, la finestra è ancora chiusa, ma ancora prima che io scenda dal letto, loro sono pronti a sfuggirmi, a vagare chissà dove.
Questi cinque lunghi anni, mi appartengono e mi sono allo stesso tempo distanti adesso, con tutta la loro forza… Le fotografie sono ancora appese al muro, quelle credo che le staccherò per ultime. E i disegni, anche loro.. Mi piace guardarli ancora lì, mi ricordano dove sono e dove voglio andare, mi ricordano le cose che è giusto ricordare.


2 commenti:

  1. Tralasciando per un attimo quanto amo le tue foto (mi lasciano sempre a mezz'aria, con lo stupore dentro)....ma quanto scrivi bene? Ogni volta che ti leggo sembra un capitolo di un libro che vorrei continuare a leggere.

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